L'elenco di distribuzione delle e-mail in CC invece che in BCC porta ad una multa

Lista di distribuzione e-mail di qualità
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Violazione della protezione dei dati con le liste di distribuzione e-mail

di A. Navidy / J. Baeck

Se una mailing list aperta viene utilizzata per inviare e-mail in un ambiente commerciale, c'è il rischio che venga riconosciuta dalle autorità di vigilanza come una violazione della protezione dei dati e che venga sanzionata con una multa. Fine è occupato.

Il Commissario di Stato per Protezione dei dati della Sassonia-Anhalt, Harald von Bose, ha inflitto diverse multe a un uomo di Merseburg nel febbraio 2019. In diversi casi, aveva inviato e-mail con centinaia di indirizzi e-mail personali in una lista di distribuzione aperta (CC).

Il contenuto di queste e-mail comprendeva denunce, dichiarazioni, denigrazioni, ma anche accuse penali nei confronti di rappresentanti dell'economia, della politica e della stampa.

Secondo von Bose, il contenuto di queste e-mail era legittimo e in linea di principio coperto dall'articolo 5 (1) della Costituzione tedesca (libertà di espressione), ma non la gestione di fino a 1.600 indirizzi e-mail, utilizzati quasi quotidianamente. L'uomo di Merseburg si era difeso nella disputa con la Autorità di vigilanza invocare l'articolo 5 (1) della Legge fondamentale. Tuttavia, questo diritto fondamentale non giustifica l'uso di liste di distribuzione di posta elettronica aperte.

Il Elaborazione dei dati personali (indirizzi e-mail) non può essere giustificato, né per quanto riguarda il puro utilizzo per l'invio delle e-mail, né per il legittimo interesse ai sensi dell'art. 6 par. 1 frase 1 lit. f) GDPR (espressione di opinioni) del mittente. Per quanto riguarda la pubblicazione degli indirizzi e-mail da parte della lista di distribuzione aperta, tuttavia, la decisione di bilanciamento è a favore degli interessati, in quanto tale pubblicazione interferisce con i loro diritti fondamentali alla privacy. Autodeterminazione informativa interferisce. Questa decisione di bilanciamento è supportata anche dalla cosiddetta riserva di limitazioni di cui all'art. 5 comma 2 GG.

Le varie ammende si basano probabilmente sull'art. 83 par. 1 GDPR, sull'art. 22 par. 2a n. 1 DSG LSA, sull'art. 43 par. 2 BDSG e ammontano a un totale di 2.628,50 euro.
Non si può escludere che seguiranno altre multe, poiché l'uomo avrebbe continuato a violare le norme sulla protezione dei dati anche dopo l'emissione delle multe.

Nel contesto aziendale, in futuro si dovrà prestare ancora più attenzione al corretto indirizzamento quando si inviano e-mail esterne, poiché esiste un'eccezione per la lista di distribuzione e-mail aperta solo nella sfera privata, in cui il GDPR non si applica "da parte di persone fisiche per l'esercizio di attività esclusivamente personali o familiari" ai sensi dell'art. 2 par. 2 lett. c) GDPR.

Ulteriori informazioni:

  • mz-web.de/merseburg/hunderte-adressen-im-verteiler-merseburger-muss-fuer-wut-mails-ueber-2-000-euro-zahlen-32033308
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